Stato di Flow: cos’è e come integrarlo nel proprio stile di vita

    Stato di Flow
    • Aggiornato il: 15-02-2023

    Stato di Flow: cos’è e come integrarlo nel proprio stile di vita

    Stato di Flow, uno stato di coscienza correlato al benessere interiore, alla performance ottimale, ed alla costruzione di una vita significativa.

    “Uno dei paradossi più sorprendenti dei tempi in cui viviamo, è questa grande disponibilità di tempo libero che per qualche ragione non riesce a trasformarsi in benessere interiore. In confronto a solo poche generazioni prima della nostra, abbiamo delle possibilità enormemente maggiori di star bene, eppure non è dimostrato che proviamo più benessere interiore. Le possibilità da sole non bastano. Occorrono anche le capacità per sfruttarle.”
    (Mihály Csíkszentmihályi)

    La ricerca della felicità in termini di scopo, benessere interiore e realizzazione personale, trova la sua massima espressione nel flow, concetto coniato dallo psicologo ungherese di fama mondiale Mihály Csíkszentmihályi, per indicare una condizione di totale coinvolgimento nella vita, tale da renderla appagante e significativa.

    Lo stato di flow, o di esperienza ottimale, consente di raggiungere un equilibrio fra la percezione di sé, le sfide imposte dal contesto sociale, e la capacità di dare valore al tempo, tre elementi che gestiti con efficacia rappresentano le fondamenta della felicità più autentica.

    Nonostante si viva più a lungo ed in condizioni più agiate, l’umanità sembra essere sempre più incapace di costruirsi un’esistenza significativa. Venticinque anni di studi nell’ambito della psicologia della felicità, dimostrano che il problema principale riguarda la grande confusione che si è creata tra il concetto di felicità e la soddisfazione dei piaceri dell’ego, una condizione che alimenta la conflittualità, la brama di potere, la competizione e la schiavitù nei confronti del denaro.

    Cosa si intende per stato di flow?

    “Il concetto di flow è stato utilizzato dagli psicologi che studiano la felicità, la soddisfazione nella vita e la motivazione intrinseca; dai sociologi che lo vedono come il contrario dell’anomia e dell’alienazione; dagli antropologi che si occupano dei fenomeni dell’effervescenza collettiva e dei rituali Tutte le volte che lo scopo è quello di migliorare la qualità della vita, la teoria del flow può offrire delle indicazioni.”
    (Mihály Csíkszentmihályi)

    Lo stato di flow è una condizione mentale e fisica in cui si è talmente coinvolti in ciò che si sta facendo, che sembra non conti nient’altro, e solo per il senso di gratificazione generato dall’esperienza si sarebbe disposti a svolgerla anche ad un costo elevato.

    Particolare importanza assume ciò su cui focalizziamo l’attenzione, una forma di energia psichica che dovrebbe essere investita nel perseguire uno o più scopi significativi, in grado di generare alti livelli di coinvolgimento ed immersione nei compiti che consentono di realizzarli.

    Spesso l’esperienza del flow richiede grande impegno a livello fisico e/o mentale, e non si verifica senza una dimostrazione di abilità. Nonostante ciò, finché l’esperienza è in corso, tutto accade con grande fluidità ed anche le attività più impegnative si susseguono in modo scorrevole.

    Per approfondire: I segreti dell’attenzione

    La relazione tra flow e felicità

    “Per vincere l’ansia e la depressione della vita contemporanea, si deve diventare indipendenti dall’ambiente sociale fino a non reagire più solamente in base alle sue ricompense e punizioni. Per arrivare a questa autonomia occorre imparare a ricompensarsi da sé. Bisogna sviluppare la capacità di trovare benessere interiore e significato indipendentemente dalle circostanze esterne. Questo traguardo è più facile e, nello stesso tempo, più difficile di quel che sembra: più facile, perché la capacità di raggiungerlo è completamente nelle nostre mani; più difficile, perché richiede una disciplina e una perseveranza che sono relativamente rare in tutte le epoche e forse in special modo nella nostra.”
    (Mihály Csíkszentmihályi)

    L’Universo non è stato creato per soddisfare i numerosi bisogni che caratterizzano l’essere umano. La frustrazione, emozione che nasce dall’impossibilità di soddisfare un determinato bisogno, è una componente inevitabile dell’esistenza, ed anche nelle situazioni in cui tutti i nostri bisogni sembrano essere soddisfatti, nascono immediatamente nuovi desideri che alimentano il senso di mancanza.

    L’antidoto alla frustrazione riguarda il controllo diretto dell’esperienza, ovvero la capacità di un individuo di ricavare benessere da ogni singola giornata, una condizione dell’anima che richiede di mettere ordine nella coscienza. Acquisire il controllo dell’esperienza significa innanzitutto stabilire delle priorità, per creare le condizioni che consentano di perseguirle quotidianamente ed in autonomia. Si tratta di passare da un atteggiamento mentale schiavo dei condizionamenti sociali, alla capacità di godersi il momento presente mediante attività che diano un senso più profondo alla vita.

    Integrate nel proprio stile di vita, le esperienze di Flow hanno delle ripercussioni sulla qualità dei pensieri, delle emozioni, e più in generale sul livello di soddisfazione della propria esistenza. Per ottenere questo risultato è necessario sviluppare una maggiore consapevolezza di come funziona la coscienza, la portavoce di ciò che avviene all’interno ed all’esterno dell’organismo umano, e dei valori guida che ne condizionano la qualità dei ragionamenti.

    Per approfondire: La scala dei valori personali

    Stato di flow e relazioni

    “Tutti i rapporti esigono un nuovo orientamento dell’attenzione, una nuova definizione degli scopi. Quando due persone cominciano a uscire insieme devono accettare certe limitazioni che da sole non avevano: si devono coordinare i programmi, modificare i piani… Quando due persone decidono di concentrare la propria attenzione l’una sull’altra, entrambe dovranno cambiare le loro abitudini; di conseguenza anche la configurazione della loro coscienza dovrà cambiare.”
    (Mihály Csíkszentmihályi)

    Le ricerche sullo stato di flow hanno dimostrato quanto il mondo delle relazioni, in termini di rapporti con la famiglia, gli amici ed i colleghi di lavoro, incida direttamente sulla costruzione del sé, sull’equilibrio della coscienza e sulla qualità delle esperienze. Come esseri umani siamo biologicamente programmati per la socialità. Il modo in cui gestiamo i rapporti con le altre persone, unito alla capacità di arricchire il mondo delle relazioni con esperienze di flow, è di enorme importanza ai fini della nostra felicità.

    Analogamente a tutto ciò che riteniamo veramente importante, le relazioni possono regalare grande felicità quando vanno bene, e generare senso di frustrazione quando non funzionano. Una persona dotata di buone abilità relazionali migliorerà la qualità della sua vita grazie alla varietà dei rapporti, alla capacità di cambiare la percezione di una situazione sociale dando una definizione diversa delle sue regole, e soprattutto trattando le persone come dotate di valore in sé, a prescindere da un eventuale scopo utilitaristico che potrebbe emergere dal rapporto.

    La qualità di una relazione è innanzitutto una questione di attenzione reciproca. Se non si è disposti a modificare i propri scopi personali quando si comincia una relazione importante, il rapporto sarà destinato a creare disordine nella coscienza, ed i nuovi modelli di interazione entreranno in conflitto con gli obiettivi personali. Nelle relazioni più integrate esistono scopi condivisi a breve e lungo termine, che stimolano esperienze condivise di flow attraverso nuove e stimolanti sfide. Al tempo stesso gli scopi più personali sono incoraggiati, riuscendo a preservare un equilibrio di priorità che consenta di mantenere viva la significatività del rapporto.

    Stato di flow e lavoro

    “Il lavoro non trasforma solo l’ambiente, costruendo ponti sui fiumi e coltivando pianure deserte; trasforma anche il lavoratore, da un animale guidato dagli istinti in una persona consapevole, capace, che agisce per degli scopi… Se si vuole migliorare la qualità della vita per mezzo del lavoro, servono due strategie complementari. Da un lato si dovrebbero modificare i lavori in modo da farli assomigliare il più possibile alle attività che facilitano il flow… Ma sarà necessario anche aiutare le persone a sviluppare delle personalità autoteliche, insegnando loro a riconoscere le opportunità di azione, a raffinare le proprie capacità, a prefiggersi degli obiettivi raggiungibili.”
    (Mihály Csíkszentmihályi)

    Analogamente a tutti gli altri animali, l’essere umano deve procurarsi le risorse che gli consentano di affrontare la vita. Il lavoro è lo strumento principale che permette di soddisfare questa necessità primordiale, un’attività per la quale la maggior parte delle persone spende gran parte della vita.

    Riuscire a trasformare il lavoro in un’attività che produce flow, è uno dei pilastri fondamentali del benessere interiore. Esistono lavori stimolanti che raffinano naturalmente la complessità del sé, e lavori che generano grande entropia psichica, in quanto troppo stressanti o troppo poco qualificanti. La sfida più ardua consiste nell’integrare l’esperienza del flow anche nelle situazioni più ostiche, ed un ruolo di primo piano lo riveste il significato attribuito all’attività lavorativa.

    Il lavoratore autotelico è colui che trae interesse da ciò che fa. È dotato di un’apertura mentale che gli consente di cogliere opportunità stimolanti persino negli ambienti più squallidi, ed è in grado di trasformare i vincoli in possibilità creative, un investimento di energia psichica grazie al quale il lavoro viene vissuto come se fosse stato scelto liberamente. Nelle situazioni più estreme, l’alternativa rimane quella di cambiare lavoro, orientandosi verso qualcosa che per sua natura attivi più facilmente lo stato di esperienza ottimale. Più un lavoro presenta varietà, sfide adeguate e flessibili, scopi chiari e feedback immediati, maggiore sarà la possibilità di affrontarlo in stato di flow, a prescindere dal livello di avanzamento in termini di carriera.

    Gli 8 requisiti per entrare in stato di flow

    “Il piacere è un elemento importante della qualità della vita, ma in sé e per sé non porta la felicità. Il sonno, il riposo, il nutrimento e il sesso forniscono delle esperienze omeostatiche ristoratrici che rimettono la coscienza in ordine dopo che le necessità fisiche hanno interferito e provocato entropia psichica. Ma non producono crescita psicologica. Non aumentano la complessità del sé. Il piacere serve a mantenere l’ordine, ma in sé stesso non è in grado di creare un ordine nuovo nella coscienza”
    (Mihály Csíkszentmihályi)

    Se il piacere è una sensazione di appagamento che nasce dalla soddisfazione delle aspettative emerse alla coscienza, la felicità ed il benessere interiore sono qualcosa di molto più elevato e duraturo. Si alimentano della capacità di sorprendere se stessi, di andare oltre il semplice soddisfacimento dei bisogni elementari, per affrontare sfide stimolanti i cui sforzi realizzativi generino senso di gratificazione e siano in grado di far evolvere il sé in termini di complessità e consapevolezza.

    Le caratteristiche delle esperienze ottimali sono universali e coinvolgono otto elementi:

    1. Il senso di sfida. L’esperienza richiede di affrontare compiti sfidanti, che siamo comunque in grado di svolgere.

    2. La fusione dell’azione e della consapevolezza. Dobbiamo essere in grado di concentrarci su quello che stiamo facendo, affinché l’attenzione possa essere completamente assorbita dall’attività, rendendola spontanea e quasi automatica. Il sé diventa un tutt’uno con l’esperienza.

    3. Obiettivi chiari e feedback immediati. Il completo immedesimarsi nell’esperienza è possibile solo quando il compito intrapreso ha degli obiettivi chiari e significativi, ed i feedback prodotti dall’esperienza sono immediati.

    4. Concentrarsi sul compito in corso. Si opera con un impegno profondo, ma privo di fatica, che elimina dalla coscienza le preoccupazioni e le frustrazioni della vita quotidiana.

    5. Il paradosso del controllo. Non esiste la paura di perdere il controllo che spesso caratterizza alcune situazioni della vita normale. Lo svolgimento delle attività, anche di quelle più impegnative, avviene con grande senso di fiducia in ciò che si sta facendo.

    6. La perdita della coscienza di sé. Scompare la preoccupazione per il sé dalla coscienza, ma paradossalmente il senso del sé riappare più forte al termine dell’esperienza. Nello stato di flow le persone sono talmente assorbite dall’esperienza, che non rimane alcun residuo di attenzione da dedicare ad altro.

    7. L’alterazione del tempo. La percezione del tempo viene alterata, le ore possono durare minuti e talvolta i minuti possono durare ore. Le attività che producono flow hanno un loro ritmo, caratterizzato da eventi la cui durata è indipendente dallo scorrere oggettivo del tempo.

    8. L’esperienza autotelica. L’esperienza ottimale è fine a se stessa. Il senso di gratificazione nasce dalla capacità di calarsi completamente nell’attività, una ricompensa di per sé indipendente dalla possibilità di ottenere un vantaggio futuro.

    La creazione del significato

    “Se si intraprende la realizzazione di un fine abbastanza difficile, dal quale derivano logicamente tutti gli altri scopi, e se si investe ogni energia psichica nello sviluppo delle capacità necessarie per raggiungerlo, allora azioni e sentimenti saranno in armonia e gli aspetti distinti della vita si integreranno: tutte le attività avranno senso nel presente, come anche alla luce del passato e del futuro. In questo modo è possibile dare significato alla vita nel suo insieme”
    (Mihály Csíkszentmihályi)

    Fino a quando le esperienze ottimali non sono collegate fra loro da uno scopo, la vulnerabilità al caos della coscienza rimane elevata. Quando l’esperienza si fonde con un disegno significativo di lungo termine, le persone percepiscono maggiormente il senso della vita, i bisogni poco rilevanti non disturbano più la mente, ed anche le attività più semplici diventano fonte di gratificazione interiore.

    La creazione del significato comporta la capacità di integrare azioni ed obiettivi in un’unica esperienza di flow. Qualunque scopo di lungo termine che consenta di preservare l’equilibrio psichico, può essere un buon candidato per la creazione del significato, una sorta di bussola interna che consenta di stabilire obiettivi chiari e significativi su cui focalizzarsi.

    La creazione del significato nasce da un’alternanza fra la differenziazione del sé e l’integrazione sociale, secondo una complessità crescente che non tutti riescono ad affrontare. La maggior parte degli psicologi concorda sul fatto che l’elaborazione di una maggiore consapevolezza del sé, sia un percorso caratterizzato da quattro fasi sequenziali:

    1. Il bisogno di proteggere il sé. In questa fase il significato della vita riguarda la pura sopravvivenza, la comodità ed il piacere.

    2. I valori di comunità. Consiste nella soddisfazione del bisogno di appartenenza sociale, attraverso la frequentazione di gruppi di persone che riconosciamo simili dal punto di vista valoriale.

    3. L’individualismo riflessivo. La fase di sviluppo di una coscienza autonoma, nella quale il significato della vita diventa desiderio di crescita, miglioramento e realizzazione del potenziale personale.

    4. Il distacco definitivo dal sé. Lo stadio finale in cui l’individualismo si fonde con un tutto più grande. Dopo aver scoperto ciò che si può, e soprattutto ciò che non si può fare da soli, lo scopo della vita diventa qualcosa di più vasto del singolo: una causa, un’idea, un’entità trascendente.

    Consigli di lettura

    Flow. Psicologia dell’esperienza ottimale (Mihály Csíkszentmihályi)

    Cosa ne pensi?