Metamodello: il modello linguistico e logico alla base della PNL (Programmazione Neuro-Linguistica).
“Quando gli uomini desiderano comunicare la loro rappresentazione, la loro esperienza del mondo, formano della loro esperienza una rappresentazione linguistica completa, che è chiamata struttura profonda. Quando cominciano a parlare, effettuano una serie di scelte (trasformazioni) relative alla forma in cui comunicheranno la loro esperienza […] Il procedere a questa serie di scelte (una derivazione) porta alla struttura superficiale[…]”
(Richard Bandler, John Grinder)
La parole che utilizziamo sono l’espressione delle nostre esperienze di vita e possono rivelare molto di quello che siamo e di quello in cui crediamo, soprattutto quando sono analizzate nel loro insieme a livello di struttura, successione e regole.
Bandler e Grinder, fondatori della PNL, si focalizzarono sullo studio del linguaggio proprio per rendere più efficaci le tecniche di modeling. Se il linguaggio è rappresentativo del nostro sistema di credenze, e quello in cui crediamo determina i nostri comportamenti, il modo migliore per comprendere una persona passa inevitabilmente anche dalle caratteristiche del suo eloquio.
Struttura superficiale e struttura profonda
Il risultato della traduzione dei nostri pensieri in linguaggio parlato è una forma di semplificazione che Bandler e Grinder definiscono “struttura superficiale”. La struttura superficiale nasconde, attraverso una serie di trasformazioni linguistiche, un significato più interiore e completo della nostra visione del mondo, che prende il nome di “struttura profonda”.
Il metamodello descrive le caratteristiche di queste trasformazioni e la sua conoscenza può diventare un prezioso strumento per arrivare alla struttura profonda delle persone con cui interagiamo, e di noi stessi quando lo applichiamo al nostro dialogo interno.
Per approfondire: Il dialogo interno
Metamodello e Distorsioni
Le distorsioni (o deformazioni) sono convinzioni contenenti alcune alterazioni della realtà misurabili oggettivamente:
Equivalenza complessa (A equivale a B) | Quando si associa ad un comportamento un particolare significato: “Se non mi ascolta, significa che non mi rispetta.” |
Causa effetto (A implica B) | Quanto si associa ad un evento (la causa) ,una particolare conseguenza (l’effetto), anche se non esiste alcuna correlazione diretta: “Quando fa così mi fa arrabbiare!” |
Lettura del pensiero | Testimonia la convinzione di poter interpretare il pensiero altrui: “Gli sto antipatico…” |
Presupposizione | Sono l’insieme delle informazioni contenute implicitamente all’interno di un enunciato: “Prima di uscire chiudi la finestra” presuppone che dopo uscirai. “Preferisci A, B o C…” presuppone che la risposta che desideriamo dare sia compresa fra l’insieme delle opzioni proposte. |
Le distorsioni sono rappresentative delle false credenze accumulate nelle proprie esperienze di vita e condizionano profondamente la qualità dei nostri ragionamenti e delle nostre decisioni.
Per approfondire: Convinzioni limitanti: come liberarsene
Metamodello e Generalizzazioni
Le generalizzazioni sono trasformazioni attraverso le quali tendiamo a considerare un singolo episodio come rappresentativo di una classe di situazioni molto più ampia. Possono essere facilmente identificate per la presenza di:
Quantificatori universali | – “sempre”, “ogni volta”, “mai” – “tutti”, “nessuno” |
Operatori modali di necessità | – “bisogna”, “non bisogna” – “devo”, “non devo” – “è obbligatorio” |
Operatori modali di possibilità | – “posso”, “non posso” |
Operatori modali di volontà | – “voglio”, “non voglio” |
Sono la normale espressione di un cervello che prima apprende generando un dispendio energetico molto elevato, e poi tende a classificare in un’unica categoria le cose simili, per limitare il consumo di energie tutte le volte che è necessario riutilizzare quanto abbiamo imparato (economia cognitiva).
Il classico esempio che viene fatto per illustrare il meccanismo richiama il tempo in cui abbiamo imparato a guidare l’auto. Inizialmente la nostra attenzione era totalmente focalizzata sulle varie operazioni che caratterizzano la guida, successivamente la pratica le ha rese automatiche, e abbiamo generalizzato il processo di guida a tutte le autovetture.
Se per caso dovessimo guidare una macchina con la guida a destra, invece che a sinistra, la generalizzazione acquisita non funzionerebbe più sotto molti aspetti, e saremmo obbligati a “reimparare” alcuni meccanismi del processo di guida per quella particolare tipologia di autovettura. Ma cosa accadrebbe se applicassimo le generalizzazioni fatte per la guida a destra, alla guida a sinistra?
Le generalizzazioni stabiliscono delle regole che noi applichiamo rigorosamente al contesto associato alla generalizzazione. Se il contesto è troppo ampio queste regole possono diventare la ragione principale dei nostri limiti, delle nostre insicurezze e dei nostri blocchi emotivi.
Metamodello e Cancellazioni
Le cancellazioni sono trasformazioni che presentano una o più omissioni nei contenuti, privilegiando altri aspetti ritenuti più importanti:
Cancellazioni semplici | Quando si tralasciano informazioni importanti come l’oggetto del discorso: “Non ne posso più!” (di cosa?) |
Cancellazioni comparative | Quando manca il termine di comparazione: “È la cosa migliore…” (migliore rispetto a cosa?) |
Mancanza di indici referenziali | Quando manca il soggetto: “Dicono che…” (chi lo dice?) |
Nominalizzazioni | Quando utilizziamo un singolo termine per rappresentare un processo molto più articolato a livello di struttura profonda: “Oggi mi sento strano…”. Il termine “strano” è molto vago, e potrebbe essere associato ad un particolare stato d’animo, a un malessere fisico, a una sensazione… |
Verbi non specificati | Quando manca la specificazione del “quando” e/o del “come” associata al verbo: “Lui mi condiziona…” (in che modo? come?) |
Manifestano anch’esse la tendenza del nostro cervello a fare economia di energie, tralasciando l’elaborazione di tutte le informazioni che ritiene superflue e poco rilevanti.
Per approfondire: Focus mentale e percezione della realtà.
Confutazioni e domande di specificazione
“È più facile giudicare l’ingegno di un uomo dalle sue domande che non dalle sue risposte.”
(Pierre-Marc-Gaston de Lévis)
Le confutazioni (o confrontazioni) sono uno strumento che permette di gestire generalizzazioni, cancellazioni e deformazioni, arrivando alla struttura profonda nascosta da tali trasformazioni linguistiche. Consistono in una serie di domande che guidano l’interlocutore nella specificazione delle tematiche oggetto della discussione:
1. Chi? (relazionale) – La prima cosa che bisognerebbe analizzare di una qualunque affermazione, è il livello di generalizzazione del soggetto. Quando si presenta in forme del tipo “Tutti dicono che…”, “Il mondo è contro di me…”, il nostro interlocutore sta trasformando quella che dovrebbe essere una opinione, in una verità assoluta, un fatto che non potrà mai essere modificato. Nel momento in cui rendiamo più specifico il soggetto domandando “Tutti chi?”, “Secondo chi?”, iniziamo a riportare il discorso sul piano delle opinioni che, a differenza delle verità, possono essere cambiate.
2. Cosa? (causale) – Quando si incontrano termini generici del tipo “Devo essere sempre all’altezza della situazione”, è importante far dettagliare cosa sottintende quel termine: “Cosa intendi per essere sempre all’altezza della situazione?”, oppure “Rispetto a cosa non ti senti all’altezza della situazione?”. La risposta che otterremo conterrà dettagli di contesto e di processo utili a proseguire la discussione.
3. Come? (di processo) – La domanda “Come…?” permette di ottenere informazioni sul processo che si intende adottare per raggiungere un determinato risultato. Conviene utilizzarla quando il contesto di riferimento è stato sufficientemente dettagliato in termini di “Chi”, “Cosa”, “Dove”, “Quando” e “Perché”.
4. Dove? (spaziale) – Definisce l’ambiente in cui contestualizzare una affermazione. “Mi sento un fallito” è il classico esempio di un fallimento esteso a tutti gli ambiti della propria vita, ed è uno dei meccanismi più potenti in grado di minare la fiducia in sé. Domande di specificazione da utilizzare sono: “In quale ambito pensi di essere un fallimento?”
5. Quando? (temporale) – L’utilizzo dei termini “Sempre”, “Tutte le volte”, “Mai” rende una affermazione valida su qualunque arco temporale. Tutte le volte che si associa ad uno di questi termini un contesto negativo, lo rendiamo parte integrante del nostro futuro. Le domande di specificazione da utilizzare in questo contesto sono: Quando è stata l’ultima volta che…?
6. Perché? (motivazionale) – Molto spesso ciò che pensiamo e facciamo, è il frutto di meccanismi automatici che sono diventati parte integrante della nostra vita. Domandare semplicemente “Perché…” è un ottima strategia per generare nuova consapevolezza ed uscire da questi automatismi.
Generalizzazione | Confutazione |
“Ogni volta che ci vediamo litighiamo!” | “Quando è stata l’ultima volta in cui siete riusciti a dialogare in maniera più serena?” |
“Devo essere sempre all’altezza della situazione!” | “Quali sarebbero le conseguenze se non lo fossi?” |
“Non sono in grado!” | “Quali sono gli ostacoli che ritieni di non poter superare?” |
Cancellazione | Confutazione |
“Non ne posso più!” | “Di cosa?” |
“È la cosa migliore…” | “Migliore rispetto a cosa?” |
“È il migliore…” | “Migliore rispetto a chi?” |
“Dicono che…” | “Chi lo dice?” |
“Lui mi condiziona…” | “In cosa ti condiziona? In che modo?” |
Distorsione | Confutazione |
“Se non mi ascolta, significa che non mi rispetta!” | “In quali situazioni non ti ascolta?” |
Il potere delle domande è noto agli esperti della comunicazione, i quali sanno bene quanto possano rivelarsi un’arma a doppio taglio quando sono utilizzate in maniera impropria.
Per approfondire: Il potere delle domande
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