La spontaneità non è un valore assoluto. Lo diventa in funzione del livello di consapevolezza con cui la si esercita.
“La spontaneità è frutto di lunghe meditazioni.”
(Pablo Neruda)
La creatura più spontanea di tutti i tempi popolava gli oceani della Terra circa cinquecentocinquanta milioni di anni fa. La sua vita era semplice e priva di tutte quelle sovrastrutture cerebrali che caratterizzano la complessità del cervello umano, proprio perché non aveva un cervello. Parliamo dell’anfiosso, un animale marino dotato di cellule sensoriali connesse direttamente a quelle deputate al movimento, una soluzione biologica che gli consentiva di reagire ai propri sensi rudimentali senza alcuna elaborazione cognitiva.
Il cammino evolutivo dell’umanità ci ha dotato di un cervello estremamente potente, nel quale sono costantemente attivi processi correlati all’intuito ed all’emotività, e processi dedicati al dominio della razionalità. Il livello di competizione o di collaborazione che si instaura fra tali processi è cruciale, ed influenza direttamente la capacità di rispondere in maniera adeguata agli istinti primordiali ed alle reazioni emotive automatiche indotte dalla componente più arcaica del cervello.
Per approfondire: La teoria dei tre cervelli di Paul MacLean
Impulsività = Spontaneità Inconsapevole
“L’opinione immediata è un ossimoro. In un istante non si ottengono opinioni immediate. Si ottengono delle reazioni.
(Ellen Goodman)”
Quando la spontaneità è praticata senza consapevolezza diventa impulsività, l’espressione più animalesca dell’essere umano. Si agisce impulsivamente tutte le volte in cui uno stimolo attiva una risposta automatica immediata che aggira le Funzioni Esecutive, quell’insieme di capacità cognitive coinvolte nella iniziazione, pianificazione, organizzazione e regolamentazione dei comportamenti (Stuss & Benson, 1986).
L’impulsività non è necessariamente negativa, ma essendo parte integrante della mente intuitiva, si affida a scorciatoie mentali che possono risultare estremamente inaffidabili a causa dei numerosi errori di valutazione (bias cognitivi) che caratterizzano il cervello umano.
Il Confirmation bias è la tendenza della mente a focalizzarsi su elementi che confermano ciò di cui siete convinti, ignorando informazioni che potrebbero minare le vostre sicurezze. L’Overconfidence bias comporta una sovrastima delle proprie conoscenze o delle proprie abilità, ed una sottostima degli ostacoli da affrontare. L’Illusion of control è la propensione caratteristica di chi occupa una posizione di potere nel sopravvalutare la possibilità di influenzare l’ambiente circostante. La spontaneità inconsapevole è espressione diretta di questi meccanismi, ed è solo attraverso la riflessione e la conoscenza di sé che diventa possibile limitarne gli effetti negativi.
Per approfondire: Pensieri lenti e veloci: l’ecosistema decisionale
Incongruenza = Spontaneità condizionata
“Una larga parte del nostro atteggiamento verso la realtà è condizionato dalle opinioni e dalle emozioni che assorbiamo inconsciamente dall’ambiente di cui siamo figli. In altre parole, è la tradizione – accanto alle attitudini e alle qualità ereditate – a renderci quelli che siamo. Solo di rado riflettiamo sulla relativa scarsità dell’influenza del nostro pensiero conscio sulla nostra condotta e sulle nostre convinzioni rispetto alla potenza condizionatrice della tradizione.”
(Albert Einstein)
Nelle definizioni associate alla parola spontaneità ricorrono frequentemente termini come: naturalezza, sincerità di sentimenti, franchezza di comportamenti, tutti elementi che testimoniano la capacità di esprimere liberamente la propria identità, come se, a prescindere dal contesto sociale in cui ci si trova, esistesse un’unica identità.
L’ambiente ha un impatto diretto sulla libera espressione della personalità, poiché attiva il gioco dei ruoli, quell’insieme di maschere che ognuno di noi indossa per gestire i numerosi condizionamenti della società, fra cui la paura del giudizio altrui, il bisogno di essere accettati e la paura di sentirsi inadeguati.
Per approfondire: Identità personale e identità sociale
Autenticità = Spontaneità Consapevole
“Se capissimo come funziona il nostro inconscio, se sapessimo perché facciamo ciò che facciamo, potremmo finalmente conoscerci fino in fondo? Una maggiore comprensione dei nostri impulsi nascosti potrebbe svelare modi diversi di pensare, di provare emozioni, di agire? Che cosa potrebbe significare per le nostre vite?”
(John Bargh)
La relazione fra spontaneità ed inconscio è molto stretta. Esistono una miriade di processi cerebrali di cui non siamo consapevoli che influenzano costantemente pensieri, emozioni, decisioni e comportamenti, e l’influenza è tanto maggiore quanto più i tempi di risposta ad uno stimolo sono rapidi.
Secondo lo psicologo sociale John Bargh, uno dei massimi esperti del pensiero inconscio, la risposta antagonista all’impulsività non consiste nel predominio della razionalità, bensì nella capacità di riconoscere i limiti del nostro libero arbitrio.
Praticare la spontaneità consapevole significa riconoscere l’impatto che tali meccanismi hanno sulle scelte e sui comportamenti quotidiani, per esprimere la componente più autentica della propria identità, un processo che può richiedere tempi più o meno lunghi in funzione della conoscenza di sé e del livello di fiducia nel contesto sociale in cui ci si trova.
Per approfondire: Le dimensioni temporali dell’inconscio
Come allenare la Spontaneità Consapevole
“Quando siete emotivamente agili, non spendete energia per combattere i vostri impulsi. Fate semplicemente delle scelte che sono connesse con ciò che considerate importante.”
(Susan David)
La risposta più efficace per allenare la spontaneità consapevole prende il nome di agilità emotiva, termine coniato dalla psicologa sudafricana Susan David per indicare la capacità di: «essere flessibili riguardo ai pensieri e ai sentimenti, per rispondere in maniera ottimale alle situazioni della quotidianità».
Il processo di acquisizione dell’agilità emotiva elaborato dalla David si sviluppa in quattro movimenti essenziali:
1. Riconoscere le proprie emozioni, accettandole con spontaneità, benevolenza e curiosità. Esistono pensieri ed emozioni funzionali, ed altri che risultano inadeguati al momento che state affrontando. Qualunque sia il caso, sono parte di ciò che siete, ed è solo diventando più consapevoli del vostro mondo emotivo che riuscirete a gestirlo con maggiore efficacia.
Per approfondire: Consapevolezza di Sé
2. Prendere le distanze dai vostri pensieri e dalle vostre emozioni imparando ad osservarle con maggiore distacco: in fondo sono solo pensieri e sensazioni.
Per approfondire: La defusione cognitiva
3. Seguire le proprie motivazioni sfruttando lo spazio creato fra il riconoscimento di una emozione, la relativa osservazione, e l’eventuale comportamento automatico associato. Ogni giorno prendete migliaia di piccole decisioni condizionate dal vostro stato emotivo. Riconoscerle e prenderne le distanze vi consentirà di affrontare la vita coerentemente con i vostri valori di riferimento, sviluppando una visione futura «che integri il pensiero e le emozioni con i valori e le aspirazioni a lungo termine».
Per approfondire: La scala dei valori personali
4. Andare avanti sfruttando il principio dei piccoli passi, che consiste nell’implementare delle piccole e costanti modifiche allo stile di vita coerenti con il vostro sistema valoriale.
Per approfondire: Piccoli passi per grandi obiettivi
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