Come l’esercizio fisico, nella sua accezione più ampia di movimento che genera gioia, induce effetti positivi sul corpo e sulla mente.
“Le persone che fanno movimento regolarmente hanno un senso di scopo più forte e sperimentano più gratitudine, amore e speranza. Si sentono più connesse alle loro comunità e hanno meno probabilità di soffrire di solitudine o depressione. Questi benefìci sono riscontrabili in tutto l’arco della vita, si applicano a tutti gli strati socioeconomici e sembrano essere culturalmente universali.”
(Kelly McGonigal)
La scienza del benessere ha più volte dimostrato l’importanza del movimento sull’equilibrio psichico e fisico degli esseri umani, un vero e proprio antidoto alle tre epidemie moderne: solitudine, ansia e depressione.
Le persone più attive fisicamente, sono anche quelle che sperimentano più emozioni positive, risultando maggiormente soddisfatte della loro vita e delle loro relazioni sociali.
Il movimento non riguarda solo l’esercizio fisico, ma anche il muoversi per abbracciare i piaceri della vita e godere delle proprie passioni. Le gioie generate dal movimento sono molteplici, e possono coinvolgere gioie collettive come la connessione sociale e la cooperazione, e gioie individuali come l’ascoltare musica o lo stare a contatto con la natura.
Lo sballo del corridore
“Danzare e correre agitano la chimica della felicità.”
(Mason Cooley)
Il «runner’s high», comunemente conosciuto come lo «sballo del corridore», è un profondo senso di piacere ed euforia che molte persone sperimentano dopo una sessione di corsa o altre attività di resistenza.
Da un punto di vista neurologico esiste una stretta relazione fra lo sballo del corridore e la cannabis. Ricerche relativamente recenti dimostrano quanto l’esercizio fisico possa aumentare il livello di endocannabinoidi nel cervello, sostanze note per ridurre il dolore, migliorare l’umore, amplificare le percezioni sensoriali e rendere le persone più socievoli.
L’intensità continua e moderata dell’esercizio fisico sembra essere la chiave che consente di sperimentare questo stato di particolare euforia. Un aumento rilevante del livello di endocannabinoidi è stato rilevato in chi pratica jogging, ciclismo, escursionismo all’aperto, e qualunque altra forma di movimento di bassa o media intensità prolungato nel tempo.
L’ormone degli sportivi
“Ho bisogno di movimento fisico, altrimenti il mio carattere si guasta.”
(Lev Tolstoj)
Shawn Bearden, autore del podcast sull’ultrarunning «Science of ultra», dichiara di avere iniziato a praticare sport di resistenza per uscire dalla depressione. Allenare il corpo a sopportare quel tipo di intensa difficoltà fisica, aveva un impatto diretto sulla sua forza mentale e sulla qualità dell’umore, una condizione confermata a livello chimico dalle reazioni indotte dalla pratica sportiva. Al termine dell’esercizio fisico il muscolo scheletrico produce irisina, una molecola definita come l’ormone dello sport, che presenta diverse caratteristiche positive per la salute:
• consente di bruciare i grassi come combustibile;
• stimola il sistema di ricompensa del cervello;
• funge da potenziatore naturale della motivazione;
• ha un effetto antidepressivo.
L’irisina fa parte di una classe di proteine note come miochine, che migliorano le prestazioni fisiche e cognitive, riducono il dolore, diminuiscono l’infiammazione e combattono attivamente le cellule tumorali. Per sfruttare i benefìci delle miochine non è necessario allenarsi ad intensità e volume elevati come gli atleti di ultrarunning. L’importante è fare movimenti appropriati al proprio corpo, che siano compatibili con il livello di preparazione fisica in cui ci si trova. Anche solo un’ora di bicicletta consente di immettere quasi 35 miochine diverse nel flusso sanguigno.
Per approfondire: Science of Ultra
Il movimento in sincronia
“Senza dubbio l’esperienza più coinvolgente e rigeneratrice che ogni individuo possa vivere è quella dell’incontro, inteso come la possibilità di una sintonia armonica e profonda con un altro essere umano.”
(Aldo Carotenuto)
L’antropologia, la scienza che si occupa di studiare il comportamento degli esseri umani sotto diverse prospettive (culturale, morfologica, psicoevolutiva, sociologica, filosofica, religiosa), ritiene che il movimento in sincronia abbia avuto un importante ruolo sociale nel far sentire gli individui più connessi.
Il bisogno di connessione, strettamente correlato al senso di appartenenza, è una pulsione che si manifesta in modo trasversale alle culture, una sensazione che proviamo quando incontriamo persone che condividono i nostri valori e le nostre credenze. Muoversi all’unisono sembra far sentire gli individui più connessi ed uniti in una gioia collettiva, che possiamo facilmente riscontrare in tutte le cerimonie sociali, pagane o religiose che prevedono danze di gruppo.
La sincronia sembra essere l’elemento chiave. Diversi studi hanno dimostrato che quando siamo vicini ad una persona che sentiamo emotivamente vicina, il battito cardiaco, la respirazione e l’attività cerebrale tendono ad allinearsi automaticamente. L’effetto così marcato del movimento in sincronia sulla psiche umana, può essere descritto attraverso un processo noto come propriocezione. Quando ci muoviamo, il corpo trasmette costantemente feedback al cervello su ciò che sta facendo nello spazio. Quando vediamo altri individui compiere gli stessi movimenti, il cervello integra questa percezione in una sensazione di piacevole unità, e gli individui intorno a noi iniziano a sembrare parte del nostro sé.
Per approfondire: Il bisogno di amore/unione o appartenenza
Esercizio fisico e fiducia in sé
“Non c’è cosa che non venga resa più semplice attraverso la costanza, la familiarità e l’allenamento. Attraverso l’allenamento noi possiamo cambiare; noi possiamo trasformare noi stessi.”
(Dalai Lama)
Il Tough Mudder è una maratona particolarmente bizzarra, nella quale i partecipanti devono affrontare spaventosi ostacoli fisici con nomi come «Arctic Enema», «Boa Constrictor» o «Ladder to Hell». L’ultimo ostacolo del percorso, «l’Electroshock Therapy», richiede di correre attraverso cortine di fili elettrificati a 10.000 volt.
Lo scopo dei progettisti del percorso non è affatto torturare i partecipanti. Gli ostacoli sono il mezzo utilizzato per creare sfide che li motivino a sconfiggere le paure più popolari: quelle dell’altezza, del freddo e degli spazi ristretti, paure che una volta superate incrementano la fiducia in sé.
Dal punto di vista psicologico gli esseri umani si sviluppano mettendosi alla prova attraverso piccole e grandi sfide. L’esercizio fisico rappresenta la sfida perfetta, poiché fornisce un elemento di controllo (la gradualità) che consente di raggiungere traguardi importanti attraverso piccoli passi di difficoltà incrementale.
Per approfondire: Fiducia in sé: come aumentare autostima e autoefficacia
Allenarsi in mezzo alla natura
“In natura tutto tende all’equilibrio, in società tutto si muove per accentuare le differenze.”
(Taras Mithrandir)
Unire la gioia che deriva dal movimento alla meraviglia dell’allenarsi in mezzo alla natura, consente di amplificare ulteriormente i benefìci prodotti dall’esercizio fisico. Che si tratti di una passeggiata all’aperto o di nuotare in acque naturali, la natura ha un potere quasi magico sul cervello. Le analisi effettuate tramite risonanza magnetica funzionale rivelano condizioni cerebrali molto diverse quando siamo in uno spazio aperto, rispetto a quando siamo al chiuso.
Lo stato cerebrale associato allo stare in mezzo alla natura si avvicina molto a quello dei meditatori esperti: è più disconnesso dalle problematiche della quotidianità, libero dall’ansia e dalle preoccupazioni, predisposto a godersi il momento presente, regalandoci la sensazione di essere più connessi con la vita.
Il Green Gym nel Regno Unito è una lodevole iniziativa che sfrutta questo principio, inviando gruppi di volontari a svolgere attività di utilità sociale basate sulla natura, come piantare orti comunitari. Dopo otto settimane di programma, la analisi effettuate dai ricercatori dell’Università di Westminster hanno rilevato un incremento del 20% nella reazione di risveglio del cortisolo dei volontari, una forma di potenziamento ormonale che solitamente è soppressa nelle persone depresse.
Per approfondire: Qui ed ora: vivere il momento presente
La gioia di muoversi
“L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante.”
(Cesare Pavese)
Il messaggio della psicologa Kelly McGonigal, docente presso la Stanford University, divulgatrice scientifica pluripremiata, ed autrice del bestseller “La gioia di muoversi” è che non esistono condizioni particolari o una quantità minima di movimento per godere dei numerosi benefìci generati dall’esercizio fisico.
Se desiderate integrare il movimento nel vostro stile di vita, ma solo l’idea di fare un giro dell’isolato vi spaventa, mettete una canzone che vi dia energia o vi sia di conforto, e muovetevi in qualsiasi modo essa vi stimoli.
L’esercizio fisico non allena solo i muscoli ed il cuore. Una dose di 20-30 minuti al giorno di allenamento moderatamente impegnativo, è in grado di modificare la struttura del cervello, rendendolo più resiliente, predisposto alla socialità e sensibile alla gioia.
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