Gli effetti dei principali stili di comunicazione, e il modello win-win della comunicazione assertiva.
“Quando dici sì agli altri, assicurati che non stai dicendo NO a te stesso.”
(Paulo Coelho)
Comunicare in maniera assertiva significa ricercare una intesa con i propri interlocutori, ascoltarne con attenzione le opinioni, affermando e difendendo allo stesso tempo le proprie argomentazioni.
Qualunque sia lo stile che adottiamo quando comunichiamo, il suo effetto principale è quello di generare all’interno del processo comunicativo vincitori e sconfitti:
1. Io vinco, tu perdi – È uno stile comunicativo che manifesta un atteggiamento aggressivo, chi lo adotta tende a ignorare le idee altrui concentrandosi solo sulle proprie ragioni.
Questo approccio può intimidire e spaventare l’interlocutore, oppure può generare risposte molto aggressive, e in entrambi i casi alimenta un clima di conflitto molto forte, e fa aumentare esponenzialmente il livello di incomprensione.
2. Io perdo , tu vinci – Evidenzia passività e riduce la possibilità di conflitti. Viene adottato all’interno di gruppi sociali in cui prevale il bisogno di essere accettati, e testimonia un senso di sudditanza.
Talvolta è utilizzato con interlocutori per i quali si ritiene che non ci sia nessuna possibilità di confronto, essere passivi rappresenta un modo per evitare un dispendio inutile di energie.
3. Io perdo , tu perdi – Stile comunicativo orientato al conflitto, in cui nessuna delle parti in causa prevale.
4. Io vinco, tu vinci (Win-Win) – Rappresenta il modello di riferimento della comunicazione assertiva, nel quale trovano spazio ed equilibrio i propri argomenti, quelli altrui, e si privilegiano aspetti come la collaborazione, il confronto, e la ricerca di soluzioni condivise.
Le caratteristiche delle persone assertive
“La persona assertiva si esprime in modo efficace e autentico, sa ascoltare e chiedere chiarimenti. Si assume la responsabilità di quanto dice o fa, accetta le critiche costruttive, rifiutando quelle manipolative o svalutanti.”
(Edoardo Giusti, Alberta Testi)
L’assertività è una qualità che può essere sviluppata lavorando su tre punti chiave della personalità:
1. Fiducia in se stessi – Le persone assertive godono di una buona autostima che gli permette di esporre le proprie tesi in totale libertà, sanno farsi rispettare, e quando è necessario sanno dire di no senza sentirsi in colpa.
Per approfondire: Fiducia in se stessi: come aumentare autostima e autoefficacia
2. Empatia – La sicurezza di sé, è bilanciata da una profonda sensibilità verso i sentimenti altrui che permette il confronto costruttivo, e la ricerca di un intesa.
Per approfondire: Empatia: la base portante delle nostre abilità sociali
3. Gestione delle relazioni – L’assertività è una abilità che si alimenta della capacità di gestire con efficacia le relazioni attraverso l’ascolto, il rispetto, e la mediazione.
Per approfondire: Mediazione e gestione delle relazioni
Le tecniche
“Segui sempre le 3R: Rispetto per te stesso, Rispetto per gli altri, Responsabilità per le tue azioni.”
(Dalai Lama)
Poiché ogni processo di negoziazione richiede la disponibilità dei nostri interlocutori, e potremmo trovarne di particolarmente aggressivi e indisponenti, esistono alcune tecniche che permettono di gestire situazioni ricorrenti:
1. Asserzione negativa – Quando ricevi delle critiche che ritieni almeno in parte motivate, è importante ammettere gli errori fatti senza cercare alibi. Sottolinea la tua capacità di imparare dagli sbagli, il desiderio di riparare, e la voglia di migliorarti:
– Interlocutore: “Hai sbagliato tutto! Non posso fare il minimo affidamento sul tuo operato!”
– Assertivo: “Ho dato il massimo, deve essermi sfuggita qualche informazione importante. Dovresti fornirmi ulteriori elementi su quello che non ha funzionato, così da sistemare la cosa e procedere.”
2. Inchiesta negativa – Quando ricevi delle critiche che ritieni immotivate, evita lo scontro e sposta il focus della discussione su un confronto maggiormente costruttivo. Porta il tuo interlocutore ad analizzare con maggiore oggettività i fatti a supporto delle critiche che ti vengono mosse:
– Interlocutore: “Hai sbagliato tutto! Non posso fare il minimo affidamento sul tuo operato!”
– Assertivo: “Sinceramente ritengo di aver fatto un buon lavoro, quali errori in particolare ritieni abbia commesso?”
– Interlocutore: “Lasciamo perdere…”
– Assertivo: “Considerato che dobbiamo collaborare sullo stesso obiettivo, sono convinto che sarebbe utile analizzare in maniera più costruttiva gli elementi a supporto delle tue critiche.”
3. Fogging – La tecnica del fogging è utile quando serve prendere tempo per organizzare la propria strategia comunicativa. Il termine “fogging” (nebbia) rende bene l’idea di una comunicazione in cui si tenta di confondere l’interlocutore, il quale riceverà risposte vaghe e sfuggenti:
– Interlocutore: “Hai sbagliato tutto! Non posso fare il minimo affidamento sul tuo operato!”
– Assertivo: “Non ti ha soddisfatto il mio lavoro?”
– Interlocutore: “No, mi aspettavo molto di più!”
– Assertivo: “Ho deluso le tue aspettative?”
– Interlocutore: “Si, decisamente.”
– Assertivo: “Capisco il tuo punto di vista, probabilmente mi sono concentrato su alcuni dettagli irrilevanti, mi dispiace che tu non lo abbia apprezzato.”
4. Disco rotto – Quando sei davanti a un interlocutore particolarmente invadente e inopportuno, la tecnica del “disco rotto” suggerisce di fornire una risposta breve e di chiusura, ripetendola in forma sempre più sintetica, come un disco rotto:
– Interlocutore: “Buongiorno, siamo di passaggio nella sua zona e vorremmo illustrarle…”
– Assertivo: “La ringrazio, ma al momento sono occupato, e in ogni caso non mi interessa.”
– Interlocutore: “Le assicuro che è una grande occasione! Mi fornisca la data e l’ora che ritiene più comodi, le fisso subito un appuntamento senza impegno.”
– Assertivo: “La ringrazio, ma non mi interessa.”
– Interlocutore: “Potrà visionare il prodotto senza alcun impegno, come fa a dire che non le interessa se non lo ha visto?”
– Assertivo: “Non mi interessa.”
La tecnica permette di evitare l’errore più comune in questo tipo di situazione, che è quello di iniziare a dare spiegazioni, mettendosi in una posizione di difesa che il nostro interlocutore potrà facilmente utilizzare a suo vantaggio.