“La spontaneità è frutto di lunghe meditazioni.”
(Pablo Neruda)
La creatura più spontanea di tutti i tempi popolava gli oceani della Terra circa cinquecentocinquanta milioni di anni. La sua vita era semplice e priva di tutte quelle sovrastrutture cerebrali che caratterizzano la complessità del cervello umano, proprio perché non aveva un cervello. Parliamo dell’anfiosso, un animale marino dotato di cellule sensoriali connesse direttamente a quelle deputate al movimento, una soluzione biologica che gli consentiva di reagire ai propri sensi rudimentali senza alcuna elaborazione cognitiva.
Il cammino evolutivo dell’umanità ci ha dotato di un cervello estremamente complesso, nel quale sono costantemente attivi processi correlati all’intuito ed all’emotività, e processi dedicati al dominio della razionalità. Il livello di competizione o di collaborazione che si instaura fra tali processi è cruciale, ed influenza direttamente la capacità di rispondere in maniera adeguata agli istinti primordiali ed alle reazioni emotive automatiche indotte dalla componente più arcaica del cervello…
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