Autoriflessione: 10 domande da farsi quotidianamente

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    • Aggiornato il: 28-03-2021

    Autoriflessione: 10 domande da farsi quotidianamente

    10 domande da porsi ogni giorno che favoriscono l’autoriflessione, una delle chiavi principali del miglioramento personale.

    “L’ignorante afferma, il sapiente dubita, il saggio riflette.”
    (Aristotele)

    Una delle principali abilità che permette di esprimere tutto il potenziale di cui siamo dotati, consiste nello sviluppare una profonda consapevolezza di sé.

    Il modo migliore per allenare questa preziosa dote, è quello di stimolare l’autoriflessione sfruttando il potere delle domande. Il detto “Chi domanda comanda” ha una valenza profonda non solo nella comunicazione interpersonale, ma anche nel focalizzare l’attenzione sulle cose importanti che caratterizzano la nostra vita.

    Gustave Le Bon, antropologo, psicologo e sociologo francese, era solito sottolineare quanto l’attitudine alla riflessione fosse il frutto dell’attitudine all’attenzione. Quando la capacità di attenzione è utilizzata male, comporta inevitabilmente una mediocre facoltà di riflessione.

    Per approfondire: I segreti dell’attenzione

    Per cosa sono grato oggi?

    “La gratitudine spiega il nostro passato, porta pace al presente e crea una visione per il domani.”
    (Melody Beattie)

    Essere grati per ciò che si ha, è un atteggiamento mentale che regala grandi benefici. Ad affermarlo sono diverse ricerche in ambito scientifico riportate in un articolo pubblicato su Psychology Today, secondo cui porsi quotidianamente una domanda apparentemente semplice come: “Per cosa sono grato oggi?”, determina una serie di vantaggi a livello di:

    1. Relazioni – Una ricerca del 2014 pubblicata su Emotion, evidenzia quanto le persone che praticano quotidianamente la gratitudine, sviluppino un modello di comunicazione orientato alle buone maniere tale da migliorare la qualità delle relazioni.

    2. Salute fisica – Una ricerca del 2012 pubblicata sulla rivista Personality and Individual Differences, dimostra che l’essere grati condiziona direttamente l’attenzione alla cura di sé ed alla propria salute.

    3. Salute mentale – Gli studi dello psicologo Robert A. Emmons, professore di psicologia alla University of California, sottolineano quanto la gratitudine sia in grado di ridurre il numero e l’intensità delle emozioni tossiche, quali invidia, rabbia e depressione.

    4. Risoluzione dei conflitti – Uno studio del 2012 condotto dalla University of Kentucky ha evidenziato una correlazione fra la pratica della gratitudine ed un minore livello di aggressività, che agevola le abilità di mediazione e gestione dei conflitti.

    5. Qualità del riposo – Un articolo pubblicato nel 2011 su Applied Psychology dimostra quanto tenere un diario della gratitudine abbia un effetto positivo sulla qualità del sonno.

    6. Autostima – Una ricerca del 2014 pubblicata sul Journal of Applied Sport Psychology indica un aumento della fiducia in se stessi per chi pratica la gratitudine, poiché limita la tendenza alla comparazione con gli altri.

    7. Resistenza mentale – Infine, uno studio pubblicato nel 2006 su Behavior Research and Therapy evidenzia una stretta relazione fra gratitudine e resilienza.

    Per approfondire: Gratitudine: il segreto della felicità

    Le domande della sera

    “In mattinata si manifestarono due o tre malinconie a cui nel pomeriggio sopraggiunse una terza, a sera quando si temeva che le malinconie si tramutassero in tristezza irreversibile, la memoria senza nostalgia cominciò a produrre anticorpi”.
    (Vito Riviello)

    Sfruttata opportunamente, la sera è il momento che appiana le incomprensioni della giornata, predisponendo la mente ad un efficace riposo notturno. Ciò su cui focalizziamo l’attenzione prima di andare a dormire, condiziona direttamente la qualità del sonno, momento nel quale si consolidano le esperienze vissute scartando tutto ciò che viene ritenuto irrilevante.

    Durante questa fase, non solo nella memoria a lungo termine si consolidano le nuove informazioni acquisite, ma vengono rielaborati anche i ricordi passati, che sono molto meno affidabili di quanto pensiamo. L’idea di ciò che è stato il nostro passato e di quello che sarà il nostro futuro, è costantemente influenzata dalle domande che ci poniamo la sera.

    Il modo migliore per sfruttare questa caratteristica del nostro cervello, consiste nel chiedersi:

    1. Per cosa mi stimo oggi?
    2. Cosa ho imparato?
    3. Cosa mi ha emozionato?
    4. Chi mi vuole bene ed a chi voglio bene?
    5. Quali sono le cose di cui vado fiero?
    6. Cosa è stato speciale?

    Non è necessario che le risposte elaborate siano esaustive. Questa semplice tecnica di autoriflessione attiverà una ricerca inconscia che lavorerà in maniera trasparente, analogamente a quando ci sforziamo di ricordare una cosa e poi, come per magia, la risposta arriva quando ormai non ci pensavamo più.

    Per approfondire: Memoria e apprendimento

    Le tre domande del Naikan

    “Rifletti, prima di pensare.”
    (Stanislaw Jerzy Lec)

    Il Naikan, dal giapponese 内観 Nai = dentro, kan = guardare, è una pratica di origine buddhista che incoraggia l’autoriflessione attraverso tre domande guida:

    1. Cosa ho ricevuto?
    2. Cosa ho dato?
    3. Quali difficoltà ho causato?

    Le domande del Naikan agevolano la riflessione sulla relazione con noi stessi e con gli altri, permettendo di focalizzare l’attenzione su ciò che tendiamo a dare per scontato. Regalano inoltre una maggiore consapevolezza dell’impatto che la nostra vita ha sull’ambiente circostante, stimolando il bisogno di contribuire, uno dei bisogni più elevati dell’essere umano.

    Per approfondire: Il bisogno di contribuire

    Consigli di lettura

    Scrivi cosa ti dice il cuore. Autoriflessione e crescita personale attraverso la scrittura di sé (James W. Pennebaker)

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